Prendo spunto da questa notizia:
link, che riassumo così:
i giudici di un concorso in Danimarca per la foto dell'anno hanno richiesto ad alcuni professionisti partecipanti i file raw delle immagini inviate, sospettandole troppo affette da postelaborazione; nel link sopra si possono vedere tre immagini di uno di questi fotografi in formato "grezzo" e così come sono state inviate al concorso.
Vorrei conoscere il vostro personale punto di vista sul fatto se può esistere un'etica della post produzione e quali dovrebbero essere i limiti che questa imporrebbe, ossia:
prendendo come punti fissi ed indiscutibili di partenza (tanto per non iniziare banali discussioni su cosa è e cosa non è fotografia) i seguenti asserti:
1. la fotografia non è mai (e non è mai stata neppure ai tempi del solo analogico) semplice e pura rappresentazione/riproduzione dell'oggetto, ma è un'interpretazione personale ed artistica di chi la scatta, operando scelte sia in fase di ripresa (inquadrature, b/n o colore, uso delle luci, prospettive, distorsioni, sfuocati e così via) sia in fasi di lavorazione successive (saturazioni, bruciature, schermature, ecc.)
2. la postproduzione digitale per la gran parte è la versione "a computer" di procedimenti che si sono sempre fatti in camera oscura;
prendendo come assiomi, dicevo, i punti sopra, cosa pensate voi di possibili limiti alla postelaborazione, facendo per semplicità specifico riferimento alle tre foto del link iniziale?
Io una mia idea ce l'ho, ma prima voglio sentire i vostri pareri e vedere cosa viene fuori....
