Oliviero Toscani e l'anoressia

E' argomento di discussione quotidiano non solo tra esperti del settore ma anche per la gente comune; il manifesto che doveva riempire le città per la campagna contro l'anoressia, ma che è stato 'censurato' dalla città della Moda, Milano, e da diversi quotidiani rilancia il solito, vecchio dilemma: Oliviero Toscani grande professionista della comunicazione oppure sciacallo in cerca di un continuo accrescimento della propria popolarità senza guardare in faccia niente e nessuno?
Credo che in un forum come questo non ci si possa esimere dall'avere una propria opinione.....

PREMESSA:
Che Toscani sia un professionista di grandi doti nessuno lo può obiettare; che Toscani riesca sempre a far parlare di sè, si può discutere se sia per meriti propri o perchè abbia buoni agganci, ma in ogni caso non si può obiettare che le sue opere siano quasi sempre garanzia di successo comunicativo; non è questo quindi che si pone in discussione, ma il suo voluto utilizzo della provocazione in fotografia:
1. può esso consentirgli di trascurare ogni etica per arrivare allo scopo comunicativo? Ed in questo caso
2. l'etica è stata scavalcata con uno scopo finale comunque ammirevole oppure no?
Le foto in discussione sono queste:


La protagonista scelta per accompagnare questo messaggio, rivolto soprattutto alle giovani donne sensibili e attente alle mode, è Isabelle Caro, una ragazza vittima della malattia, francese, ha 27 anni appena compiuti, è alta 165 cm, pesa 31 chil ed è affetta da psoriasi. ù
La campagna, sostenuta dal Ministero della Sanità, è finalizzata alla promozione di una linea di abbigliamento.


PRIMO PUNTO
L'anoressia, come la bulimia, sono tra le malattie psicosomatiche più pericolose in una fascia di età, quella adolescnziale, di per sè già molto, troppo esposta alla pubblicità di ogni tipo e genere. Per un anoressico vedere un altro anoressico poi non comunica quello che succede con una persona non affetta da quella malattia: gli anoressici che si guardano allo specchio si piacciono, si sentono trasformare in fate mentre perdono quello che secondo loro ha di brutto il proprio corpo, quindi personalmente non ritengo che una comunicazione così come affrontata da Toscani possa rivelarsi terapeutica. Insomma, scondo me un'altra domanda cui bisogna rispondere è:
3. ritenete che sia giusto un approccio in cui la pubblicità non voglia convincere il consumatore, ma voglia solo colpirlo, anche in maniera discutibile ed estrema? Forse questo è dovuto all'assopimento sensoriale/sociale/culturale in cui viviamo, ma allora
4. non si rischia così di ottenere l'effetto opposto? Mi riferisco che so, al bombardamenti su Baghdad la prima sera dell'attuale conflitto, che si aveva l'impressione di guardare in televisione come fosseo i botti di capodanno per poi rendersi conto la mattina dopo che una capitale della storia con i suoi musei era stata distrutta e saccheggiata; mi riferisco anche a quando si sente al telegiornale 'oggi cinque morti civili in Iraq' e si pensa 'beh, è da un mese che ogni giorno ne muoiono più di dieci, quindi è una buona notizia', mi riferisco alle foto di bambini affamati con le mosche sugli occhi cui ormai ci hanno purtroppo abituato e così via. Intendo dire, se il limite oltre quale si evoca lo scandalo viene portato sempre più avanti, non si rischia che anche la compassione, il buon gusto, il rispetto della persona siano spinti sempre più indietro?

SECONDO PUNTO
La modalità scelta è incontrovertibilmente quella di 'mettere a nudo' il problema, ossia di affrontarlo direttamente e duramente, ma
5. fotografare in una campagna come questa (che sia imperniata sull'anoressia, aids o altro) direttamente le persone coinvolte è moralmente ammissibile oppure occorre riservare una giusta discrezione a chi queste tragedie le vive sulla propria pelle?

INFINE
Mi aspetto l'obiezione di chi è contrario a questa campagna: 'anche tu, parlandone qui, contribuisci a far raggiungere lo scopo essenziale che Toscani si è prefisso, ossia semplicemente che si parlasse di lui e del marchio che compare su quei manifesti! Rispondo ovviamente che tra 'addetti del settore' non si può risolvere il tutto non parlandone, ma invece esprimendo la propria opinione, anche contraria, su un argomento che - in fondo - ci coinvolge un pò tutti, e concludo con un'ultima domanda, rivolta principalmente ai 'contrari':
posto che la scelta della rappresentazione dell'anoressia non sia stata una scelta dello stesso Toscani (il che è addirittura probabile), ma gli sia stata commissionata,
6. voi come avreste affrontato, se incaricati al posto di Toscani, la campagna? che cosa avreste rappresentato su quei manifesti?

Edited by audario - 25/8/2008, 13:28

Il punto che voglio sollevare è che lo sbattere in faccia la malattia in quel modo non è pura provocazione (e di provocazione in fotografia ne voglio parlare, ma dopo) e voglia di svegliare la gente; il punto è che si sbatte il problema su un manifesto con la pretesa di risolverlo e, ripeto, per un anoressico vedere un altro anoressico (dovrei dire anoressica, perchè è un problema che colpisce soprattutto le donne) non è un modo di risolvere il problema, perchè anche nello specchio di casa si vede e, come ho detto all'inizio, si piace. Non serve quindi nè a curare chi ha questo problema nè ad evitare che chi è portato a caderci ci possa cadere.
Se invece vogliamo dire che questo serve perchè i non-anoressici si rendano conto che il problema esiste, allora dico: ci troviamo di fronte non tanto ad un problema di buon gusto, quanto di rispetto della dignità, senso di umanità e compassione che dovrebbe essere riservato a chi questi problemi li vive sulla propria pelle. Legando poi il tutto ad un'operazione commerciale, può apparire come una speculazione sul dolore altrui e non una semplice evocazione del problema.
Certo che non bisogna tacere o nascondere il problema, ma si deve affrontarlo lasciando al malato la dignità di affrontare a viso aperto e senza vergogna la propria situzione.

Per quel che riguarda la provocazione nelle arti (ci sono conosciuti paralleli, mi viene in mente Charles Bukowsky in letteratura - che vuole dare dignità ai border-line, persone che questa società pretende di lasciare ai margini -, Caravaggiio in pittura con le sue donne di strada tramutate in madonne, Tarantino nel cinema; in fotografia penso ai nudi in un magnifico bianconero di Helmut Newton, provocatori per l'epoca, penso alle foto di Joel-Peter Witkins, splendide 'nature morte' composte in obitorio con membra umane, penso alle foto di omosessuali di Robert Mapplethorpe, contro il perbenismo borghese), certo che essa è benvenuta quando serve a togliere dalla narcosi pseudo-Mulino-Bianco la società, ma se viene usata per aggiungere dignità di essere rappresentata ad una categoria, per dire 'quel bambino sta morendo e non ha meno dignità di tuo figlio, spega anche a tuo figlio perchè'. Chi di voi ha figli piccoli, che vedono quel manifesto e vi chiedono di spiegargli che cos'è quella donna nuda lì, che cosa gli spiegate?

Infine, alle mie domande iniziali, ne aggiungo un'altra, ancor più provocatoria, parlando di provocazione in fotografia..... Trattando solo l'aspetto tecnico-fotografico, a voi sembra ci sia una ricerca della 'bella tecnica' nella foto del manifesto, o è una foto che non dico io, ma l'ultimo degli aiutanti di Toscani avrebbe saputo scattare uguale? Come pietra di paragone, metto foto degli autori che ho citato prima (per Mapplethorpe ho messo una foto che non creasse problemi di 'censura', chi lo conosce sa cosa intendo, chi non lo conosce, 'googli')
Mapplethorpe:


Newton:

“Adoro la volgarità, sono attratto dal cattivo gusto, ben più eccitante del preteso buon gusto, che non è altro che una normalizzazione dello sguardo”.

Witkins:


Edited by audario - 27/8/2008, 16:04

La mia opinione e' questa il fatto che Toscani ci abbia abituato a questa comunicazione di argomenti scottanti e di denuncia atraverso le sue foto e' un fatto nel senso che comunque se ne parli l'impotante e' parlarne.La cosa che mi da fastidio e che qui le problematiche dei soggetti sono usate per vendere prodotti.Hai fatto degli esempi di altri artisti tra cui Caravaggio che usava le prostitute per raffigurare la madonna e il suo intento era proprio denunciare la miopia di una soceta' che non e' in grado di vedere la bellezza e l'armonia li proprio dove ci sono problematiche ed emarginazione.In qualche modo l'artista era come se riscattasse i soggetti.Secondo me Toscani fa esattamente l'opposto usando il diverso per cofermare la giustezza di principi malati della soceta'.e' in poche parole un confomista travestito da paladino dei debboli.questo mio parere e' del tutto discutibile.Dal punto di vista tecnico sono d'accordo con te.Ricordiamo che l'anoressia e' un effetto.

Condivido pienamente quanto hai detto.

E.......... BENVENUTA nel forum!